Sezione FAQ curata dal team tecnico di Link.it, realtà italiana specializzata in interoperabilità, API Management e soluzioni open-source per la Pubblica Amministrazione.
È la capacità dei sistemi informativi di enti diversi di scambiare dati e servizi in modo standard, sicuro e tracciabile. In Italia è disciplinata dal Modello di Interoperabilità (MoDI) e trova un importante strumento abilitante nella Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). In ambito UE, gli scambi transfrontalieri avvengono nel quadro Single Digital Gateway (SDG)/ Once Only Technical System (OOTS), promossi dal Digital Europe Programme (DIGITAL).
L’interoperabilità riduce costi e complessità, limita la frammentazione tecnologica e accelera l’erogazione dei servizi digitali. Per la PA significa efficienza e riuso: dati e sistemi dialogano, evitando duplicazioni e semplificando i processi. Per i cittadini, abilita il principio “once only”, garantendo servizi più semplici, rapidi e trasparenti, senza dover fornire ogni volta le stesse informazioni.
L’interoperabilità delle banche dati nella Pubblica Amministrazione consiste nella capacità delle pubbliche amministrazioni di accedere e interrogare le rispettive banche dati in modalità automatizzata, tramite API, senza necessità di sviluppi ad hoc, favorendo riuso, efficienza e trasparenza.
Il Modello di Interoperabilità (MoDI), definito da AgID, è il riferimento tecnico nazionale per l’interoperabilità della PA. Contiene regole, profili tecnici, pattern di sicurezza e linee guida che le PA italiane devono seguire per garantire la collaborazione e lo scambio di dati tra i propri sistemi informatici e quelli di altre amministrazioni, cittadini e imprese
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è un’infrastruttura nazionale abilitante all’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni italiane. Progettata per valorizzare il patrimonio informativo pubblico, consente la condivisione sicura, tracciata e standardizzata dei dati attraverso API conformi al Modello di Interoperabilità (MoDI).
In concreto, la PDND:
definisce le regole tecniche e le responsabilità (misure tecnico-organizzative, cambiamenti nelle versioni, sospensioni, archiviazioni) per erogatori e fruitori, secondo le linee guida aggiornate.
Possono aderire alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) le PA centrali e locali, i gestori di servizi pubblici, gli enti concessionari e i soggetti privati che devono interoperare con la PA. L’adesione è obbligatoria per gli enti titolari di basi di dati di interesse nazionale.
L’accesso alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati avviene tramite SPID/CIE, previa registrazione sulla piattaforma. L’interazione tecnica avviene via API REST, protette da certificati e token, secondo i pattern di sicurezza MoDI.
Devono essere pubblicati sulla PDND i servizi che abilitano scambi di dati tra amministrazioni, in particolare devono essere resi disponibili gli e-service delle basi di dati di interesse nazionale (articolo 50-ter del Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs 82/2005)
Per un ente (locale o centrale), l’adesione alla PDND significa innanzitutto semplificazione operativa e governance più leggera: grazie al catalogo unico di API e al processo uniformato per erogatori e fruitori, si riducono tempi e costi per l’istruttoria e si superano i tradizionali accordi bilaterali.
Allo stesso tempo, per cittadini e imprese significa il principio “once-only” veramente applicato: non sarà necessario reinserire dati già in possesso della PA, con conseguente miglioramento dell’esperienza di servizio.
L’onboarding è il processo di adesione e configurazione che un ente deve completare per operare sulla PDND. Comprende: accesso con SPID, validazione dati IPA, indicazione del rappresentante legale, firma dell’accordo di adesione e configurazione tecnica delle API nel rispetto dei requisiti MoDI.
È un servizio API (REST o SOAP) catalogato su PDND, con policy, attributi, accordi di fruizione e documentazione tecnica necessaria all’onboarding del servizio (e.g. OpenAPI, WSDL). Le autorizzazioni sono governate dagli attributi dell’ente (categoria IPA), semplificando ed uniformando le richieste di fruizione.
Il voucher PDND è la chiave digitale temporanea che consente a un ente di accedere in modo sicuro ai dati di un altro ente attraverso la piattaforma. Garantisce che ogni scambio sia autorizzato, tracciato e conforme alle regole di interoperabilità della PDND.
L’Italia si conforma agli standard europei di interoperabilità attraverso l’adozione di eDelivery (profilo AS4) e l’integrazione con il sistema Once Only Technical System (OOTS) previsto del progetto Single Digital Gateway (SDG).
Open source indica un software il cui codice sorgente è accessibile, ispezionabile e modificabile, nel rispetto delle condizioni stabilite dalla licenza che ne regola l’uso e la distribuzione. Nell’ambito PA, ciò garantisce trasparenza, sicurezza e indipendenza da vendor, riducendo il rischio di lock-in tecnologico.
Un API Gateway è un componente infrastrutturale che gestisce l’esposizione, la sicurezza, il monitoraggio e la governance delle API di un’amministrazione. Agisce da punto di ingresso unico per tutte le chiamate verso i servizi digitali, applicando policy di accesso, tracciamento, limitazione del traffico e autenticazione, secondo i profili di interoperabilità e sicurezza adottati.
GovWay è l’unico gateway di interoperabilità open-source nativo per la pubblica amministrazione italiana. GovWay ha supporto nativo a MoDI/PDND, retrocompatibile con SPCoop e interoperabile con eDelivery. Inoltre, se necessario, GovWay può essere utilizzato in architetture complesse che presentano altre piattaforme enterprise di terze parti (3scale, WSO2, IBM API Connect, Mulesoft).
GovWay si differenzia da un API Gateway tradizionale perché è progettato specificamente per il contesto della Pubblica Amministrazione. GovWay implementa profili/pattern MoDI, gestione voucher PDND, SPCoop, funzioni di audit e autorizzazioni orientate a enti/servizi secondo le regole nazionali/UE. Il software viene rilasciato con licenza open-source ed è presente sui principali cataloghi del riuso italiani (AgiD) ed europei.
Sì, sia come soluzione di API Manager stand-alone sia se vi è la necessità di effettuare integrazioni verso la PA. La fruizione PDND da parte di privati è disciplinata e in progressiva estensione.
GovDesk è la web-application sviluppata da Link.it per semplificare l’accesso delle pubbliche amministrazioni ai dati e ai servizi disponibili attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). Il servizio consente la consultazione sicura, controllata e tracciata delle principali banche dati nazionali, offrendo un’interfaccia intuitiva e un modello di utilizzo conforme alle policy di sicurezza e privacy definite dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
ANPR, ISEE, INAD, ANIS, ANIST e a breve altre banche dati esposte su PDND. Tutte le interrogazioni sono tracciate, profilate e gestite con controllo puntuale dei permessi.
GovDesk consente agli enti di fruire dei servizi PDND senza integrazioni, senza scrivere codice, tramite una console web per interrogazioni sicure, tracciabili e profilate alle banche dati nazionali.
GovCat è il catalogo API pensato per la Pubblica Amministrazione italiana. Supporta personale tecnico e manageriale nella governance dell’infrastruttura di interoperabilità semplificando l’onboarding dei servizi e riducendo tempi e complessità.
Centralizzare e valorizzare i servizi esposti dalla PA, abilitando la composizione, la documentazione e la gestione degli e-service in ottica API-first.
GovPay è la piattaforma che permette agli enti pubblici di gestire in modo completo i pagamenti tramite pagoPA. Consente di incassare somme dovute o versamenti spontanei, riconciliarli automaticamente con la tesoreria e mantenerne la tracciabilità contabile. In pratica, GovPay collega i sistemi dell’Ente con la piattaforma pagoPA e con i Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP), semplificando tutto il ciclo di vita del pagamento: dalla generazione dell’avviso alla ricezione, fino alla riconciliazione.
GovPay offre una soluzione chiavi in mano per la PA che integra il protocollo del Nodo SPC e il modello di interazione PagoPA, riducendo lo sforzo di sviluppo, supportando ambienti multi-ente e architetture modulari, mettendo a disposizione un ambiente di simulazione / collaudo per testare l’integrazione in modo sicuro prima dell’attivazione in produzione e consentendo il monitoraggio centralizzato e gestione operativa tramite cruscotti e console di amministrazione. Il software viene rilasciato con licenza open-source ed è presente sul catalogo del riuso AgiD per le pubbliche amministrazioni italiane.
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