Cos’è la PDND e approcciare l’interoperabilità | FAQ by Link.it

Sezione FAQ curata dal team tecnico di Link.it, realtà italiana specializzata in interoperabilità, API Management e soluzioni open-source per la Pubblica Amministrazione.

 

INTEROPERABILITA’ PA

 

Che cos’è l’interoperabilità?


È la capacità dei sistemi informativi di enti diversi di scambiare dati e servizi in modo standard, sicuro e tracciabile. In Italia è disciplinata dal Modello di Interoperabilità (MoDI) e trova un importante strumento abilitante nella Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). In ambito UE, gli scambi transfrontalieri avvengono nel quadro Single Digital Gateway (SDG)/ Once Only Technical System (OOTS), promossi dal Digital Europe Programme (DIGITAL).

 

Perché l’interoperabilità è un’opportunità per la PA?

 

L’interoperabilità riduce costi e complessità, limita la frammentazione tecnologica e accelera l’erogazione dei servizi digitali. Per la PA significa efficienza e riuso: dati e sistemi dialogano, evitando duplicazioni e semplificando i processi. Per i cittadini, abilita il principio “once only”, garantendo servizi più semplici, rapidi e trasparenti, senza dover fornire ogni volta le stesse informazioni.

 

Cosa significa interoperabilità delle banche dati della Pubblica Amministrazione?


L’interoperabilità delle banche dati nella Pubblica Amministrazione consiste nella capacità delle pubbliche amministrazioni di accedere e interrogare le rispettive banche dati in modalità automatizzata, tramite API, senza necessità di sviluppi ad hoc, favorendo riuso, efficienza e trasparenza.

 

PDND E MODELLI DI INTEROPERABILITA’

 

Che cos’è il Modello di Interoperabilità (MoDI)?


Il Modello di Interoperabilità (MoDI), definito da AgID, è il riferimento tecnico nazionale per l’interoperabilità della PA. Contiene regole, profili tecnici, pattern di sicurezza e linee guida che le PA italiane devono seguire per garantire la collaborazione e lo scambio di dati tra i propri sistemi informatici e quelli di altre amministrazioni, cittadini e imprese

 

Che cos’è la PDND?

 

La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è un’infrastruttura nazionale abilitante all’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni italiane. Progettata per valorizzare il patrimonio informativo pubblico, consente la condivisione sicura, tracciata e standardizzata dei dati attraverso API conformi al Modello di Interoperabilità (MoDI).

In concreto, la PDND:

  • mette a disposizione un catalogo unico di e-service / API, che gli enti (amministrazioni erogatrici) pubblicano e che altri enti (fruitori) possono consultare e integrare.
  • definisce un processo strutturato di adesione e fruizione: l’ente erogatore accredita il proprio servizio, pubblica l’API, il fruitore invia una richiesta di fruizione, viene valutata, e avviata la connessione.
  • garantisce l’autenticazione, l’autorizzazione e la tracciatura (audit trail) delle operazioni tra erogatori e fruitori: chi, che cosa, perché, quando.
  • abilitando il principio “once-only”: le PA non chiedono più ai cittadini o alle imprese dati già in possesso di altri enti.
  • non si configura come una banca dati centralizzata: la PDND non conserva direttamente i dati scambiati tra enti, ma abilita l’accesso e lo scambio secondo standard e via API.

definisce le regole tecniche e le responsabilità (misure tecnico-organizzative, cambiamenti nelle versioni, sospensioni, archiviazioni) per erogatori e fruitori, secondo le linee guida aggiornate.

 

 

 

Chi può aderire alla PDND?

 

Possono aderire alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) le PA centrali e locali, i gestori di servizi pubblici, gli enti concessionari e i soggetti privati che devono interoperare con la PA. L’adesione è obbligatoria per gli enti titolari di basi di dati di interesse nazionale.

 

Come si accede alla PDND?

 

L’accesso alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati avviene tramite SPID/CIE, previa registrazione sulla piattaforma. L’interazione tecnica avviene via API REST, protette da certificati e token, secondo i pattern di sicurezza MoDI.

 

Quali servizi devono essere resi disponibili sulla PDND?

 

Devono essere pubblicati sulla PDND i servizi che abilitano scambi di dati tra amministrazioni, in particolare devono essere resi disponibili gli e-service delle basi di dati di interesse nazionale (articolo 50-ter del Codice dell’Amministrazione Digitale (D.Lgs 82/2005)

 

Quali vantaggi può portare la PDND a un ente locale o centrale?

 

Per un ente (locale o centrale), l’adesione alla PDND significa innanzitutto semplificazione operativa e governance più leggera: grazie al catalogo unico di API e al processo uniformato per erogatori e fruitori, si riducono tempi e costi per l’istruttoria e si superano i tradizionali accordi bilaterali.

Allo stesso tempo, per cittadini e imprese significa il principio “once-only” veramente applicato: non sarà necessario reinserire dati già in possesso della PA, con conseguente miglioramento dell’esperienza di servizio.

 

Cosa significa fare onboarding alla PDND?

 

L’onboarding è il processo di adesione e configurazione che un ente deve completare per operare sulla PDND. Comprende: accesso con SPID, validazione dati IPA, indicazione del rappresentante legale, firma dell’accordo di adesione e configurazione tecnica delle API nel rispetto dei requisiti MoDI.

 

Cos’è un e-service su PDND?

 

È un servizio API (REST o SOAP) catalogato su PDND, con policy, attributi, accordi di fruizione e documentazione tecnica necessaria all’onboarding del servizio (e.g. OpenAPI, WSDL). Le autorizzazioni sono governate dagli attributi dell’ente (categoria IPA), semplificando ed uniformando le richieste di fruizione.

 

Cos’è il voucher PDND e come si usa?

 

Il voucher PDND è la chiave digitale temporanea che consente a un ente di accedere in modo sicuro ai dati di un altro ente attraverso la piattaforma. Garantisce che ogni scambio sia autorizzato, tracciato e conforme alle regole di interoperabilità della PDND.

 

Come si garantisce la conformità agli standard di interoperabilità europei?


L’Italia si conforma agli standard europei di interoperabilità attraverso l’adozione di eDelivery (profilo AS4) e l’integrazione con il sistema Once Only Technical System (OOTS) previsto del progetto Single Digital Gateway (SDG).

 

Cosa significa open-source?


Open source indica un software il cui codice sorgente è accessibile, ispezionabile e modificabile, nel rispetto delle condizioni stabilite dalla licenza che ne regola l’uso e la distribuzione. Nell’ambito PA, ciò garantisce trasparenza, sicurezza e indipendenza da vendor, riducendo il rischio di lock-in tecnologico.

 

 

PRODOTTI PER L’INTEROPERABILITA’ DELLA PA

 

Cos’è un API Gateway?

 

Un API Gateway è un componente infrastrutturale che gestisce l’esposizione, la sicurezza, il monitoraggio e la governance delle API di un’amministrazione. Agisce da punto di ingresso unico per tutte le chiamate verso i servizi digitali, applicando policy di accesso, tracciamento, limitazione del traffico e autenticazione, secondo i profili di interoperabilità e sicurezza adottati.

 

Che cos’è GovWay?

 

GovWay è l’unico gateway di interoperabilità open-source nativo per la pubblica amministrazione italiana. GovWay ha supporto nativo a MoDI/PDND, retrocompatibile con SPCoop e interoperabile con eDelivery. Inoltre, se necessario, GovWay può essere utilizzato in architetture complesse che presentano altre piattaforme enterprise di terze parti (3scale, WSO2, IBM API Connect, Mulesoft).

 

In cosa si differenzia GovWay da un API Gateway commerciale?

 

GovWay si differenzia da un API Gateway tradizionale perché è progettato specificamente per il contesto della Pubblica Amministrazione. GovWay implementa profili/pattern MoDI, gestione voucher PDND, SPCoop, funzioni di audit e autorizzazioni orientate a enti/servizi secondo le regole nazionali/UE. Il software viene rilasciato con licenza open-source ed è presente sui principali cataloghi del riuso italiani (AgiD) ed europei.

 

GovWay può essere utilizzato anche da privati?

 

Sì, sia come soluzione di API Manager stand-alone sia se vi è la necessità di effettuare integrazioni verso la PA. La fruizione PDND da parte di privati è disciplinata e in progressiva estensione.

 

Che cos’è GovDesk?

 

GovDesk è la web-application sviluppata da Link.it per semplificare l’accesso delle pubbliche amministrazioni ai dati e ai servizi disponibili attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND). Il servizio consente la consultazione sicura, controllata e tracciata delle principali banche dati nazionali, offrendo un’interfaccia intuitiva e un modello di utilizzo conforme alle policy di sicurezza e privacy definite dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.

 

Quali banche dati nazionali posso interrogare tramite GovDesk?


ANPR, ISEE, INAD, ANIS, ANIST e a breve altre banche dati esposte su PDND. Tutte le interrogazioni sono tracciate, profilate e gestite con controllo puntuale dei permessi.

 

Quali vantaggi offre GovDesk come portale operativo per gli operatori della PA?


GovDesk consente agli enti di fruire dei servizi PDND senza integrazioni, senza scrivere codice, tramite una console web per interrogazioni sicure, tracciabili e profilate alle banche dati nazionali.

 

Che cos’è GovCat?


GovCat è il catalogo API pensato per la Pubblica Amministrazione italiana. Supporta personale tecnico e manageriale nella governance dell’infrastruttura di interoperabilità semplificando l’onboarding dei servizi e riducendo tempi e complessità.

 

Qual è la funzione principale di GovCat nella governance API della PA?


Centralizzare e valorizzare i servizi esposti dalla PA, abilitando la composizione, la documentazione e la gestione degli e-service in ottica API-first.

 

Che cos’è GovPay?

 

GovPay è la piattaforma che permette agli enti pubblici di gestire in modo completo i pagamenti tramite pagoPA. Consente di incassare somme dovute o versamenti spontanei, riconciliarli automaticamente con la tesoreria e mantenerne la tracciabilità contabile. In pratica, GovPay collega i sistemi dell’Ente con la piattaforma pagoPA e con i Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP), semplificando tutto il ciclo di vita del pagamento: dalla generazione dell’avviso alla ricezione, fino alla riconciliazione.

 

Quali vantaggi offre GovPay rispetto a integrazioni custom con PagoPA?


GovPay offre una soluzione chiavi in mano per la PA che integra il protocollo del Nodo SPC e il modello di interazione PagoPA, riducendo lo sforzo di sviluppo, supportando ambienti multi-ente e architetture modulari, mettendo a disposizione un ambiente di simulazione / collaudo per testare l’integrazione in modo sicuro prima dell’attivazione in produzione e consentendo il monitoraggio centralizzato e gestione operativa tramite cruscotti e console di amministrazione. Il software viene rilasciato con licenza open-source ed è presente sul catalogo del riuso AgiD per le pubbliche amministrazioni italiane.